mercoledì 27 maggio 2015

Facciamo due conti

Il grasso addominale non è un semplice fardello che appesantisce le nostre giornate, ma rappresenta un vero e proprio fattore di rischio cardiovascolare.
Negli ultimi anni la ricerca medica ha avuto innumerevoli conferme sul fatto che il grasso corporeo non è un semplice fardello che appesantisce le nostre giornate, ma rappresenta un vero e proprio fattore di rischio cardiovascolare; in altre parole accresce le probabilità che un sog­getto possa sviluppare patologie cardiache, vascolari, o patologie metaboliche, in grado, e questo è il dato più preoccupante, di ridurre significativamente la qualità e la spettanza di vita, cioè il numero di anni che restano da vivere.

Oggi sappiamo che, ad esempio, il grasso tipicamente femminile, con localizzazione ai fianchi e alle cosce, non rappresenta alcun serio pericolo per la salute; al contrario il grasso che si localizza in sede addominale, tipicamente maschile, la cosiddetta “pancia”, è un vero killer, in quanto la sua presenza è correlata con un aumento della mortalità.

E quando si parla di pancia non si intende il grasso superficiale sottocutaneo, che in quella sede si può sempre depositare ed è facilmente sollevabile in pliche di piccolo o grande spessore, ma si intende quello localizzato in sede profonda, viscerale, a costituire il tipico addome globoso e teso, che spesso è in grado di compromettere la stessa funzione respiratoria.

Sono stati così coniati vari neologismi per indicare le due diverse distribuzioni del grasso corporeo: quello femminile è stato chiamato anche ginoide, o “a pera”; quello maschile: androide, o “a mela”.

Anche la donna può sviluppare la formazione di grasso in sede addominale, dopo la menopausa, intorno ai 50 anni; in tal caso il rischio cardiovascolare è uguale a quello del maschio. Per sapere quindi se il grasso che si “indossa” è pericoloso per la nostra salute, occorre vedere dove è localizzato, e nessuno strumento si è rivelato più sensibile del classico centimetro da sartoria. È stato dimostrato che la misura della circonferenza addominale è una spia fedelissima della quantità del grasso addominale, e sono state individuate le misure oltre le quali, a prescindere dall’essere obesi o no, si entra nell’area di rischio, che sono: 88 cm nel sesso femminile e 102 cm in quello maschile.

UN CONSIGLIO:
Facciamo due conti
Per sapere se si è normopeso, in sovrappeso o obesi basta usare una semplice formula matematica:
Kg (peso) / m2 (altezza)
Se il valore è compreso:
- tra 20 e 25 il soggetto è normopeso
- tra 25 e 30 è in sovrappeso
- oltre 30 è obeso
- oltre 35 entriamo nell’area dell’obesità grave o morbigena, caratterizzata da un elevatissimo rischio cardiovascolare, indipendentemente dalla quantità di grasso depositatosi in sede addominale.