mercoledì 31 agosto 2016

Rigeneriamo la pelle con la bioristrutturazione

Al ritorno dal mare la vostra pelle è secca e arida? Ciò è del tutto normale, ecco perché e come rimediare.
L’abbronzatura di sicuro è molto attraente per questo da tutti ambita e nonostante l’esposizione al sole sia fondamentale per la salute delle ossa, resta per la pelle un trauma. Il sole è la principale causa dell’invecchiamento cutaneo e velocizza la comparsa di rughe e segni del tempo provocando disidratazione. Ecco perché anche in inverno è necessario utilizzare cosmetici con fattore protettivo. Ma come ripristinare il giusto equilibrio idrolipidico dopo l’estate al mare? La risposta è semplice: la bioristrutturazione.

La bioristrutturazione è un trattamento di medicina estetica del tutto indolore il cui obiettivo è stimolare la rigenerazione cellulare dell’epidermide. Può prevedere l’infiltrazione nel sotto-cute di plasma arricchito di piastrine (PRP). Queste stimolano la produzione di fibroplasti che a loro volta producono collagene. Si tratta di una sostanza normalmente prodotta dalla pelle anche se con il tempo in maniera ridotta. Il collagene offre quell’effetto di riempimento e di pelle tesa, giovane, idratata e turgida.

La bioristrutturazione può essere associata anche all’iniezione di acido ialuronico, anche in questo caso una sostanza normalmente prodotta dal nostro organismo. L’acido ialuronico aiuta a reidratare e rimpolpare in profondità la pelle.

La bioristrutturazione viene eseguita con un vero e proprio protocollo che prevede una prima seduta di 20-30 minuti a cui segue una seconda seduta dopo circa un mese. Le successive sedute saranno diradate nel tempo fino a prevedere due trattamenti annui. In questo modo è possibile mantenere la pelle giovane ed evitare la formazione di rughe e segni del tempo. Nonostante si tratti di un vero e proprio protocollo, i primi risultati si vedono già dalla prima seduta.

Le zone trattate sono viso, collo, décolleté, si usano aghi sottilissimi e il fastidio provato è minimo al punto che non viene eseguita alcuna anestesia. In seguito vi possono essere leggeri arrossamenti facili da coprire con un leggero make up.

(www.istitutoesteticoitaliano.it)

lunedì 22 agosto 2016

Chirurgia plastica: le principali funzioni del trapianto di grasso

Nel 2014 sono stati eseguiti 28.500 interventi di trapianto di grasso autologo. Si tratta dell’operazione di chirurgia plastica che ha mostrato la crescita maggiore: le richieste sono aumentate del 20% in un anno. Lo comunica l'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe), precisando che l’auto-trapianto di grasso corporeo ha diverse funzioni. Può, infatti, essere impiegato per restituire volume al volto, per rimodellare il corpo e per riempire le cicatrici, in modo da diminuirne la visibilità. Inoltre, grazie alle cellule staminali che vi sono contenute, aiuta anche a rigenerare i tessuti.

“Negli ultimi anni il trapianto di grasso ha fatto grandi passi in avanti - spiega Eugenio Gandolfi, Presidente di Aicpe -. Oggi siamo in grado di impiantare particelle di tessuto adiposo sia in aree molto delicate, come ad esempio la palpebra inferiore dell’occhio, utilizzando una tecnica di micro o nano lipofilling, sia in ampie zone corporee come le mammelle o i glutei, ove si utilizzano metodiche di macro lipofilling in alternativa alle protesi”.

La novità più sostanziale, secondo l’Aicpe, è rappresentata dall’uso delle cellule staminali. Il tessuto adiposo, infatti, ne presenta quantità significativamente più alte rispetto ad altri tessuti. “Gli studi hanno dimostrato che le cellule staminali hanno un’enorme capacità di rigenerazione dei tessuti, da quelli cicatriziali a quelli invecchiati, che hanno in alcuni ambiti capacità o potere terapeutico - prosegue l’esperto -. Sembra ormai certo che, nell’ambito della chirurgia plastica, il volume di grasso che ‘attecchisce’ è superiore se il numero di staminali presenti nel tessuto trasferito è più alto. Da qui nascono gli studi attuali, che mirano ad arricchire i prelievi di grasso di cellule staminali. E qui entrano in gioco le banche delle staminali del grasso, che stanno nascendo per conservare il materiale non utilizzato”.

Ma a cosa serve, di preciso, il trapianto di grasso? L’Aicpe elenca le principali funzioni di questa procedura.

Viso: il grasso autologo rimodella il volume di volto, palpebra e sopracciglia.

Cute: il trapianto di grasso contribuisce, grazie alle cellule staminali, a un miglioramento complessivo della qualità della pelle.

Corpo: il grasso rappresenta un’alternativa alle protesi di silicone per seno e glutei.

Rimodellamento corporeo: prima di essere trasferito il grasso viene prelevare con la liposcultura, per cui questa procedura consente anche di ridurre la presenza di adipe nelle zone in cui risulta più in eccesso, di solito fianchi e addome.


Cicatrici: il trapianto di grasso serve per riempirle e diminuirne la visibilità.

(http://salute24.ilsole24ore.com)

Chirurgia estetica, Italia nona in classifica per numero di trattamenti

Una persona su dieci viene dall’estero per farsi operare nel Belpaese 

L’Italia rientra nella top ten dei Pasi in cui viene eseguito il maggior numero di trattamenti estetici. Nella graduatoria mondiale, infatti, si classifica al nono posto. È quanto emerge da un’indagine condotta dall’International society of aesthetic plastic surgery (Isaps), che ha coinvolto circa 35.000 chirurghi plastici e ha analizzato i principali trattamenti estetici realizzati nel 2015.

L’analisi evidenzia che un aumento del ricorso alla chirurgia plastica: nel 2015 sono stati eseguiti 31 milioni 610 mila interventi, un milione in più rispetto al 2014. Il trattamento più eseguito in entrambi sessi, con oltre 4,6 milioni di richieste, è l’iniezione della tossina botulinica. Al secondo posto si piazza l’acido ialuronico che, con 2 milioni 800 mila interventi, ha registrato una crescita del 6,5% rispetto al 2014. In chirurgia l’aumento del seno continua a essere l’operazione più eseguita tra le donne, pari a quasi un milione e mezzo di interventi, con una crescita del 10,4% rispetto al 2014. La blefaroplastica, invece, è l’intervento più richiesto dagli uomini.

Nonostante la maggior parte delle persone interessate a questi trattamenti sia di sesso femminile (oltre 8 milioni di interventi, l’84,7% del totale), l’indagine rileva un aumento dei trattamenti rivolti agli uomini: nel 2015 hanno raggiunto quasi un milione e mezzo, pari al 15,3% del totale (nel 2014 si fermavano al 13,7%).

La classifica dei Paesi che hanno effettuato il maggior numero di trattamenti è dominata dagli Stati Uniti, dove nel 2015 sono stati eseguiti oltre 4 milioni di interventi, il 18,6% del totale. Al secondo posto si trova il Brasile (poco più di 2 milioni e 300mila, 10.7%) e al terzo la Corea del Sud (un milione 150mila, 5,3%). L’Italia si piazza al nono posto con 418.760 interventi, l’1,9% del totale. Il Belpaese, inoltre, è l’unica nazione inserita nella top ten a non aver eseguito interventi di aumento del seno in ragazze minorenni. Generalmente negli altri Paesi la ragione principale di questa operazione è rappresentata dall’esistenza di motivi congeniti, anche se non mancano i casi di chi sceglie di farlo per motivi cosmetici: il 37,9% in Brasile, il 44,7% in Messico e il 4111,8% negli Stati Uniti.


L’indagine Isaps rileva che nel 2015 un paziente su 10 operato in Italia proviene da un altro Paese, in particolare da Russia, Romania e Svizzera. “L’Italia è considerata un punto di riferimento mondiale nella chirurgia estetica, come dimostrano i pazienti che arrivano anche da lontano per farsi operare dai nostri specialisti – afferma Eugenio Gandolfi, Presidente dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe) -. Resta sempre la raccomandazione a rivolgersi a professionisti qualificati: Aicpe ha siglato con Isaps una ‘aesthetic alliance’ per lo sviluppo di una chirurgia estetica di qualità e sensibile al tema fondamentale della sicurezza del paziente”.

(http://salute24.ilsole24ore.com)